Mercato dell’auto, a luglio -26%

Il mercato dell’auto non vede ancora il fondo della crisi: è in continua caduta infatti il dato di vendite delle auto in Italia, che dopo aver perso ben -19.12% a giugno, prosegue nel trend negativo. Le immatricolazioni, dunque la vendita di nuove vetture, è diminuita del 26%: per la precisione, il calo è del – 25.97% rispetto a luglio 2009. Un calo veramente impressionante, che aumenta col passare dei mesi: a rischio ci sono tantissimi posti di lavoro. Perchè a calare non è solo il dato delle immatricolazioni, ma anche il dato delle auto usate. Il settore dell’usato comunque resta il leader del mercato dell’auto: infatti circa il 72% delle auto vendute a luglio, sono auto usate. La restante quota invece appartiene alle nuove immatricolazioni di vetture. Le cause? Principalmente sono due: la crisi economica in prima battuta, e i dati “gonfiati” dagli incentivi statali dello scorso anno. Bavan Bernacchi , presidente di Federauto, l’associazione dei concessionari d’auto di tutti i brand commercializzati in Italia, ha così commentato il momento negativo del mercato dell’auto. “Secondo le nostre stime, oramai molto precise, luglio consuntiva un altro -26%. Un vero disastro per tutti! Questo dato si avvicina molto alla realtà perchè sembra che i principali Costruttori abbiamo finalmente tolto il piede dalle chilometri zero. Questo perchè non si può continuare all’infinito ad autoimmatricolarsi vetture per dimostrare dati di quota non veritieri. E infatti il mercato a privati, quello non inquinabile da autoimmatricolazioni, vede una flessione attorno al -30%. E si continua così oramai da qualche mese nell’indifferenza del governo. Servirebbe che il presidente del Consiglio prendesse in mano la situazione”. Ecco la soluzione proposta da Bernacchi: “Da un lato rinnovando dei bonus pluriennali per svecchiare il parco auto e incentivare le vetture a basso impatto ambientale; in primis quelle alimentate a GPL e a Metano. Dall’altro, varando una politica seria per riallineare la tassazione delle vetture aziendali agli altri paesi europei. C’è una differenza enorme a nostro sfavore e le poche aziende che potrebbero acquistare auto, veicoli commerciali e industriali, sono costrette a mantenere i propri parchi, anche obsoleti, non sicuri e inquinanti”.

Pietro Gugliotta