Quante volte avrai sentito da qualche appassionato di motori che ha “rifatto la centralina”?
Quest’espressione informale significa che sull’autoveicolo è stato effettuato un chip tuning ovvero è stato modificato il dispositivo di controllo interno che gli attuali autoveicoli usano per controllare il motore, gestire la velocità massima e l’accelerazione, ecc.
Il dispositivo di controllo che nient’altro è che un piccolissimo computer nascosto è collegato al motore tramite cavo e connettore e invia ad esso segnali digitali ed analogici; tale dispositivo di controllo può essere modificato (in tal caso parliamo di tuning OBD) oppure ad esso si può interporre un ulteriore dispositivo elettronico di controllo aggiuntivo.
Il primo metodo, il tuning OBD, sovrascrive il software dell’automobile: il software viene letto e poi rielaborato su un PC; una volta rielaborato viene reinviato nel dispositivo di controllo originale e sovrascrive quello originale. Lo svantaggio principale di tale tecnica è che bisogna avvalersi di uno specialista.
Il secondo metodo, il chip tuning con dispositivo di controllo aggiuntivo, è quello per noi più sicuro poiché non va a sovrascrivere il software originale dell’automobile e quindi, in caso di problemi o in caso di vendita dell’auto, si può facilmente ritornare alla versione originale.
Il dispositivo di controllo aggiuntivo può essere montato da chiunque in meno di mezz’ora poiché non richiede conoscenze tecniche; tale dispositivo fa da interfaccia del motore e permette di aumentarne la potenza e, allo stesso tempo, di ridurre i consumi di carburante.
Tra i chip tuning più venduti citiamo RaceChip, in vendita anche online sul sito http://www.racechip.it/, che può essere montato in circa 10 minuti senza l’utilizzo di particolari attrezzi. Con RaceChip si potrà modificare la potenza del motore ed ottimizzare le impostazioni dell’automobile scegliendo ad esempio “Potenza massima” per divertirsi alla guida oppure “Eco tuning” per risparmiare carburante.