Cassazione vieta l’uso del cellulare in auto anche in emergenza

Si è riunita ieri la Corte di Cassazione ha giudicato il ricorso di un automobilista che, per gravi motivi familiari, aveva utilizzato il cellulare alla guida della propria vettura. L’automobilista era stato multato e si era rivolto in giudizio per l’annullamento della sanzione amministrativa. La Cassazione però ha dichiarato che in nessun caso l’utilizzo del cellulare è consentito mentre si è alla guida.
L’automobilista, di Genova, aveva provato a ricorrere in appello in quanto sosteneva che l’uso del cellulare alla guida era giustificato da motivi familiari reali e gravi. C’erano alcune perplessità, specie dopo l’uscita del nuovo codice stradale, proprio in merito all’uso del cellulare, ma la Cassazione ha subito posto dei paletti molto rigidi sulla questione.

Ecco la motivazione della Corte Suprema. “La situazione di pericolo, quando si riconnette alle cure mediche, all’alimentazione o ai medicinali, deve avere un carattere di indilazionabilità e cogenza tali da non lasciare all’agente alternativa diversa dalla violazione della legge – si legge nella motivazione – in quanto la moderna organizzazione sociale, venendo incontro con i mezzi più disparati a coloro che possono trovarsi in pericolo di vita per il non soddisfacimento dei predetti bisogni, ha modo di evitare altrimenti il possibile, irreparabile danno alla persona.
Non può non essere ritenuto sussistente lo stato di necessità, come scriminante dell’illecito, quando sussista la possibilità di ovviare altrimenti al pericolo, per cui in tema di uso del telefono cellulare senza auricolare o vivavoce durante la guida, per chiamare un medico in soccorso di un ammalato o per organizzare il trasporto del malato ad un centro di cura, deve ritenersi che il conducente non possa invocare –
in conclusione – l’esimente ove non sia dimostrata l’impossibilità, e non la semplice difficoltà o scomodità, di ricorrere a mezzi leciti alternativi, quale il fermarsi a lato della strada per i pochi minuti necessari alla comunicazione”.

Pietro Gugliotta