Il weekend porta brutte notizie: infatti, come preventivato nelle scorse settimane, il prezzo dei carburanti continua a crescere e raggiunge picchi mai visti prima. Alcuni distributori dell’autostrada A14, hanno visto il prezzo della verde toccare la quota di 2 euro al litro: una quota mai raggiunta prima! Un valore così alto era impensabile dodici mesi fa, fra qualche settimana – se non fra qualche mese – la verde costerà due euro al litro anche nel resto d’Italia, i prossimi aumenti infatti porteranno il prezzo medio della benzina intorno ad 1.90 euro al litro. Ma le colpe di questi costi di chi sono? Lo spiega Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. “Sa qual è il costo reale della benzina? Dieci centesimi. Quanto la si paga al distributore in Venezuela dove il governo la vende caricando solo le spese vive: il prezzo del greggio al pozzo e quello per trasformarlo in carburante”. In realtà fra trasporto e raffinazione, la benzina in Italia arriva ad un prezzo di 0.8 centesimi, sempre molto meno di quanto viene pagato. Il resto del prezzo viene “corretto” dalle tasse: infatti tutte le accise che in questi decenni, sono state caricate sul prezzo dei carburanti, hanno portato il costo della benzina ad un livello inaccettabile. La stessa Nomisma Energia ha calcolato la percentuale di tasse all’interno del costo della benzina e del gasolio: le tasse incidono per il 52% del prezzo totale al litro della benzina, mentre incidono addirittura del 56% sul costo totale del gasolio al litro. Una situazione davvero insostenibile, che sta mettendo in crisi gli italiani ed i consumi, dato che il consumo di carburanti è sceso notevolmente negli ultimi mesi: urge un taglio delle accise per poter ripristinare il prezzo dei carburanti ad un livello “europeo“, dato che l’Italia detiene il triste primato del costo della benzina più alto d’Europa.
Pietro Gugliotta